Quando parliamo di e-commerce e normativa facciamo riferimento a tutte quelle disposizioni che regolano la materia, sia a tutela del venditore, sia a tutela del consumatore. La funzione di queste leggi è agevolare la transazione commerciale online e salvaguardare gli interessi degli attori coinvolti.
Uno dei falsi miti sul commercio online è che questo sia completamente deregolamentato: molte persone lo immaginano come una sorta di “far west” in cui chiunque può vendere qualunque cosa, senza sostenere i costi di un’attività fisica. Nulla di più falso: fare e-commerce seriamente vuol dire rispettare una serie di adempimenti e investire nella propria attività, per dare valore al cliente finale attraverso la vendita di prodotti o servizi.
Ma vediamo insieme cosa c’è da sapere sul commercio elettronico e normative e cosa dice la legge sugli aspetti più importanti che regolano la disciplina.
Secondo il dizionario Treccani, un e-commerce consiste in un’attività che prevede:
“Transazione e scambio di beni e servizi effettuati mediante l'impiego della tecnologia delle telecomunicazioni e dell'informatica, rientranti nel campo più generale dell'e-business”
Possiamo dire, dunque, che si tratta di un’attività commerciale che si svolge online e che prevede un incontro tra domanda (compratore) e offerta (venditore). L’e-commerce è a tutti gli effetti un’attività commerciale: proprio per questo è soggetto ai medesimi adempimenti fiscali e normativi di un negozio fisico.
In Italia ci sono diverse normative che disciplinano il commercio in generale e quello online in particolare. Non esiste, dunque, una sola legge sull’e-commerce, ma un complesso di disposizioni che regolamentano diversi aspetti di queste attività, dalla raccolta e il trattamento dei dati fino alla pubblicità.
Nello specifico, quando si parla di e-commerce e normative si deve fare riferimento a:
A questi riferimenti, di carattere generale, si applicano anche norme specifiche a seconda degli attori coinvolti e del settore merceologico in cui si opera. Ad esempio, per aprire un e-commerce di prodotti alimentari servono altri permessi specifici; oppure, per poter commerciare determinati prodotti, potrebbero servire ulteriori documenti o certificazioni.
Come abbiamo detto, la disciplina sugli e-commerce può cambiare in base alla natura dei soggetti coinvolti o in base alla tipologia di prodotti o servizi. A tal proposito, possiamo distinguere gli e-commerce in base agli attori oggetto della transazione:
Ci sono anche altri casi, meno rilevanti dal punto di vista dell’e-commerce puro, che coinvolgono gli scambi tra consumatori e aziende (C2B) e tra consumatori stessi (pensa, ad esempio, agli scambi che avvengono su piattaforme come Ebay o Vinted).
Invece, volendo classificare gli e-commerce per tipologia di prodotto, esistono:
Conoscere queste differenze è utile per capire le normative a cui fare riferimento e muoversi più agilmente nel mercato, senza rischiare di commettere errori.
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la legge più importante relativa agli e-commerce è la Direttiva sul commercio elettronico, n. 2000/31/CE. La Direttiva nasce con l’intento di diramare, all’interno degli Stati membri, alcune linee guida comuni per disciplinare il commercio elettronico, che iniziò a prendere piede nel corso dei primi anni del Duemila.
In Italia, questa Direttiva è stata recepita con il d. lgs. 70/2003. Uno degli aspetti più importanti da tenere a mente dal punto di vista normativo è l’art. 7 del D.lgs. 70/2003, dove vengono elencate le informazioni obbligatorie generali, che devono sempre essere messe in chiaro dal venditore al consumatore.
Queste sono:
Un altro importante riferimento normativo all’e-commerce riguarda la disciplina della comunicazione commerciale.
Per vendere online, è fondamentale poter comunicare con i potenziali clienti attraverso campagne marketing mirate. La disciplina al riguardo, tratta dall’art 8 del D.lgs. 70/2003, afferma che:
“In aggiunta agli obblighi informativi previsti per specifici beni e servizi, le comunicazioni commerciali che costituiscono un servizio della societa' dell'informazione o ne sono parte integrante, devono contenere, sin dal primo invio, in modo chiaro ed inequivocabile, una specifica informativa, diretta ad evidenziare: a) che si tratta di comunicazione commerciale; b) la persona fisica o giuridica per conto della quale e' effettuata la comunicazione commerciale; c) che si tratta di un'offerta promozionale come sconti, premi, o omaggi e le relative condizioni di accesso; d) che si tratta di concorsi o giochi promozionali, se consentiti, e le relative condizioni di partecipazione”
Oltre al già citato D.lgs. 70/2003, ci sono anche altre fonti atte a regolamentare il commercio elettronico.
Il Codice del Consumo è uno di queste. Il Codice del Consumo fa riferimento al solo commercio business to consumer e contiene una serie di indicazioni che, da una parte, ribadiscono i concetti del 70/2003, dall’altra introducono ulteriori misure a tutela delle parti.
Ecco alcuni capisaldi:
Al Codice del Consumo italiano si sono aggiunte, nel 2020, il pacchetto di disposizioni contenute all’interno del New Deal europeo per i consumatori. Queste misure hanno l’obiettivo di assicurare una maggiore trasparenza nelle operazioni commerciali svolte online.
Il New Deal introduce nuovi limiti per i commercianti, come ad esempio il divieto di utilizzare false recensioni fuorvianti per i potenziali acquirenti e il divieto di promuovere sconti ingannevoli.
Così come per tutti i siti web, anche gli e-commerce sono soggetti alla normativa GDPR per il trattamento dei dati personali. Oltre alle regole sul consenso per effettuare le campagne di marketing, gli e-commerce devono raccogliere ulteriori permessi da parte degli acquirenti.
A tal riguardo possiamo citare la gestione della pagina di checkout, che richiede dati personali il cui trattamento deve seguire un iter ben definito.
Ad esempio, i dati che il compratore inserire nella pagina di checkout non possono essere utilizzati per finalità diverse da quelle concordate; ne consegue, che non possono essere usati per finalità di marketing.
Parlando ancora di normativa sulla privacy e e-commerce, il GDPR prevede che vi sia una privacy policy ben chiara sull’ecommerce, che specifichi:
Inoltre, è fondamentale indicare se il negozio online utilizza cookie o altri strumenti di tracciamento, all’interno della Cookie Policy.
In caso di mancato rispetto delle normative e-commerce, possono esserci delle sanzioni in base al tipo di legge che è stata violata. Ad esempio, in caso di violazioni del GDPR, le sanzioni sono quelle relative al GDPR.
Oppure, in caso di mancato rispetto del D.Lgs 70/2003, le sanzioni sono quelle indicate all’art. 21, che spiega che le violazioni
“sono punite con il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 103 euro a 10.000 euro. 2. Nei casi di particolare gravità o di recidiva i limiti minimo e massimo della sanzione indicata al comma 1 sono raddoppiati”.
Rispettare tutte le normative sugli e-commerce è un passo fondamentale per scongiurare ogni rischio e vivere con serenità la tua attività di vendita online.