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E-commerce e normativa: gli obblighi da rispettare

Scritto da Il team di Spedire.com | 21 febbraio 2023

Quando parliamo di e-commerce e normativa facciamo riferimento a tutte quelle disposizioni che regolano la materia, sia a tutela del venditore, sia a tutela del consumatore. La funzione di queste leggi è agevolare la transazione commerciale online e salvaguardare gli interessi degli attori coinvolti.

Uno dei falsi miti sul commercio online è che questo sia completamente deregolamentato: molte persone lo immaginano come una sorta di “far west” in cui chiunque può vendere qualunque cosa, senza sostenere i costi di un’attività fisica. Nulla di più falso: fare e-commerce seriamente vuol dire rispettare una serie di adempimenti e investire nella propria attività, per dare valore al cliente finale attraverso la vendita di prodotti o servizi.

Ma vediamo insieme cosa c’è da sapere sul commercio elettronico e normative e cosa dice la legge sugli aspetti più importanti che regolano la disciplina.

Cos’è l’e-commerce?

Secondo il dizionario Treccani, un e-commerce consiste in un’attività che prevede:

“Transazione e scambio di beni e servizi effettuati mediante l'impiego della tecnologia delle telecomunicazioni e dell'informatica, rientranti nel campo più generale dell'e-business”

 

Possiamo dire, dunque, che si tratta di un’attività commerciale che si svolge online e che prevede un incontro tra domanda (compratore) e offerta (venditore). L’e-commerce è a tutti gli effetti un’attività commerciale: proprio per questo è soggetto ai medesimi adempimenti fiscali e normativi di un negozio fisico.

Cosa dice la normativa italiana sul commercio elettronico

In Italia ci sono diverse normative che disciplinano il commercio in generale e quello online in particolare. Non esiste, dunque, una sola legge sull’e-commerce, ma un complesso di disposizioni che regolamentano diversi aspetti di queste attività, dalla raccolta e il trattamento dei dati fino alla pubblicità.

Nello specifico, quando si parla di e-commerce e normative si deve fare riferimento a:

  • Il Codice Civile
  • Le norme sulle comunicazioni pubblicitarie
  • Le leggi che regolano il commercio in generale
  • Le regolamentazioni sulla vendita a distanza
  • Il Codice del Consumo
  • Le attuazioni sul territorio italiano di disposizioni UE, come il d.lgs. n. 70/2003

A questi riferimenti, di carattere generale, si applicano anche norme specifiche a seconda degli attori coinvolti e del settore merceologico in cui si opera. Ad esempio, per aprire un e-commerce di prodotti alimentari servono altri permessi specifici; oppure, per poter commerciare determinati prodotti, potrebbero servire ulteriori documenti o certificazioni.

Quanti tipi di e-commerce esistono?

Come abbiamo detto, la disciplina sugli e-commerce può cambiare in base alla natura dei soggetti coinvolti o in base alla tipologia di prodotti o servizi. A tal proposito, possiamo distinguere gli e-commerce in base agli attori oggetto della transazione:

  • E-commerce B2B, ovvero business to business. In altre parole, si tratta di vendita all’ingrosso, che può essere svolta anche in via telematica
  • E-commerce B2C, ovvero business to consumer. In questo caso, parliamo della classica vendita rivolta al consumatore finale
  • E-commerce B2PA, ovvero business to public administration. In tal caso, le aziende intrattengono scambi commerciali con le pubbliche amministrazioni

Ci sono anche altri casi, meno rilevanti dal punto di vista dell’e-commerce puro, che coinvolgono gli scambi tra consumatori e aziende (C2B) e tra consumatori stessi (pensa, ad esempio, agli scambi che avvengono su piattaforme come Ebay o Vinted).

Invece, volendo classificare gli e-commerce per tipologia di prodotto, esistono:

  • Il commercio elettronico diretto, che prevede la consegna istantanea del bene. Ne è un esempio l’acquisto di prodotti intangibili come i software
  • Il commercio elettronico indiretto, che invece prevede la consegna del bene in differita rispetto al suo pagamento. Si tratta in questo caso dei prodotti fisici

Conoscere queste differenze è utile per capire le normative a cui fare riferimento e muoversi più agilmente nel mercato, senza rischiare di commettere errori.

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La normativa UE per vendere online In Europa

la legge più importante relativa agli e-commerce è la Direttiva sul commercio elettronico, n. 2000/31/CE. La Direttiva nasce con l’intento di diramare, all’interno degli Stati membri, alcune linee guida comuni per disciplinare il commercio elettronico, che iniziò a prendere piede nel corso dei primi anni del Duemila.

In Italia, questa Direttiva è stata recepita con il d. lgs. 70/2003. Uno degli aspetti più importanti da tenere a mente dal punto di vista normativo è l’art. 7 del D.lgs. 70/2003, dove vengono elencate le informazioni obbligatorie generali, che devono sempre essere messe in chiaro dal venditore al consumatore.

Queste sono:

  • Dati identificativi del fornitore
  • Caratteristiche del bene/servizio
  • Prezzo di acquisto
  • Modalità di pagamento e consegna
  • Modalità di esecuzione del contratto, con riferimento specifico al diritto di recesso.

E-commerce e comunicazione commerciale

Un altro importante riferimento normativo all’e-commerce riguarda la disciplina della comunicazione commerciale.

Per vendere online, è fondamentale poter comunicare con i potenziali clienti attraverso campagne marketing mirate. La disciplina al riguardo, tratta dall’art 8 del D.lgs. 70/2003, afferma che:

“In  aggiunta  agli obblighi informativi previsti per specifici beni  e  servizi,  le  comunicazioni commerciali che costituiscono un servizio della societa' dell'informazione o ne sono parte integrante, devono   contenere,   sin   dal   primo  invio,  in  modo  chiaro  ed inequivocabile, una specifica informativa, diretta ad evidenziare: a) che si tratta di comunicazione commerciale; b) la  persona fisica o giuridica per conto della quale e' effettuata la comunicazione commerciale; c) che  si  tratta  di  un'offerta promozionale come sconti, premi, o omaggi e le relative condizioni di accesso; d) che  si tratta di concorsi o giochi promozionali, se consentiti, e le relative condizioni di partecipazione”

Il Codice del Consumo e il New Deal per gli e-commerce

Oltre al già citato D.lgs. 70/2003, ci sono anche altre fonti atte a regolamentare il commercio elettronico.

Il Codice del Consumo è uno di queste. Il Codice del Consumo fa riferimento al solo commercio business to consumer e contiene una serie di indicazioni che, da una parte, ribadiscono i concetti del 70/2003, dall’altra introducono ulteriori misure a tutela delle parti.

Ecco alcuni capisaldi:

  • Le informazioni relative all’impresa devono essere chiaramente esplicitate
  • Il prezzo deve essere sempre esposto e comprensibile per il consumatore. In più, deve essere onnicomprensivo, ovvero deve avere al suo interno anche le tasse Il consumatore deve essere sempre informato della clausola relativa al diritto di recesso entro 14 giorni dall’acquisto
  • I tempi e i costi di spedizione devono essere sempre ben specificati e non superare i 30 giorni, a meno che non venga concessa una proroga dall’acquirente stesso. Ne consegue che una spedizione veloce rappresenti uno degli aspetti più importanti per un e-commerce

Al Codice del Consumo italiano si sono aggiunte, nel 2020, il pacchetto di disposizioni contenute all’interno del New Deal europeo per i consumatori. Queste misure hanno l’obiettivo di assicurare una maggiore trasparenza nelle operazioni commerciali svolte online.

Il New Deal introduce nuovi limiti per i commercianti, come ad esempio il divieto di utilizzare false recensioni fuorvianti per i potenziali acquirenti e il divieto di promuovere sconti ingannevoli.

 

E-commerce e GDPR

Così come per tutti i siti web, anche gli e-commerce sono soggetti alla normativa GDPR per il trattamento dei dati personali. Oltre alle regole sul consenso per effettuare le campagne di marketing, gli e-commerce devono raccogliere ulteriori permessi da parte degli acquirenti.

A tal riguardo possiamo citare la gestione della pagina di checkout, che richiede dati personali il cui trattamento deve seguire un iter ben definito.

Ad esempio, i dati che il compratore inserire nella pagina di checkout non possono essere utilizzati per finalità diverse da quelle concordate; ne consegue, che non possono essere usati per finalità di marketing.

Il diritto alla privacy del compratore

Parlando ancora di normativa sulla privacy e e-commerce, il GDPR prevede che vi sia una privacy policy ben chiara sull’ecommerce, che specifichi:

  • Quali sono i dati trattati
  • Il motivo per cui vengono trattati quegli stessi dati
  • Quanto tempo verranno conservati
  • Se saranno usati per trattamenti automatizzati
  • Chi è il titolare del trattamento dei dati

Inoltre, è fondamentale indicare se il negozio online utilizza cookie o altri strumenti di tracciamento, all’interno della Cookie Policy.

Normative e-commerce e sanzioni: cosa succede se non le rispetto?

In caso di mancato rispetto delle normative e-commerce, possono esserci delle sanzioni in base al tipo di legge che è stata violata. Ad esempio, in caso di violazioni del GDPR, le sanzioni sono quelle relative al GDPR.

Oppure, in caso di mancato rispetto del D.Lgs 70/2003, le sanzioni sono quelle indicate all’art. 21, che spiega che le violazioni

“sono punite con il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 103 euro a 10.000 euro. 2. Nei casi di particolare gravità o di recidiva i limiti minimo e massimo della sanzione indicata al comma 1 sono raddoppiati”.

 

Rispettare tutte le normative sugli e-commerce è un passo fondamentale per scongiurare ogni rischio e vivere con serenità la tua attività di vendita online.