Reverse logistic: come funziona la logistica di ritorno

Sai che ogni anno milioni di prodotti seguono il percorso inverso rispetto alla normale catena di distribuzione? Parliamo di reverse logistics, o logistica di ritorno, un processo decisamente interessante da conoscere per chi gestisce un eCommerce, una catena retail o qualsiasi tipo di attività con politiche di reso.
La reverse logistics (logistica di ritorno) permette il recupero di beni ancora utilizzabili, riducendo sprechi, ottimizzando i costi e aumentando la soddisfazione dei clienti.
Possiamo attivare questo meccanismo, ad esempio, dal momento in cui un cliente restituisce un prodotto difettoso, oppure se nel tuo magazzino ci sono articoli in giacenza.
Vediamo insieme perché è utile parlare di reverse logistics, cos’è, come funziona e perché può diventare una leva strategica nella tua supply chain.
Cos’è la reverse logistics (logistica inversa)
La reverse logistics è il processo che gestisce il movimento dei prodotti dal cliente finale verso il produttore o un centro di smistamento, con l’obiettivo di recuperare, riparare, ricondizionare, riciclare o smaltire gli articoli restituiti.
A differenza della logistica tradizionale (detta forward), dove i beni viaggiano dal magazzino al consumatore, qui il percorso è inverso. Ecco perché parliamo di “reverse”.
La reverse logistics (logistica di ritorno) permette il recupero di beni ancora utilizzabili, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale, contenere i costi e offrire un servizio clienti all’altezza delle aspettative. Non è un caso, infatti, che sempre più aziende inseriscano processi di logistica inversa nelle loro strategie di sostenibilità.
Come funziona il processo di logistica di ritorno
Come puoi immaginare, la logistica di ritorno è un processo articolato che coinvolge più attori e richiede coordinamento tra reparti, sistemi digitali e partner logistici.
Tutto parte dalla richiesta di reso da parte del cliente: questa può avvenire per diversi motivi (merce difettosa, errata, danneggiata o semplicemente non gradita). Da lì si attivano una serie di passaggi ben precisi:
- Autorizzazione del reso: l’azienda valuta se il reso è conforme alla policy interna e genera un’etichetta o un documento di trasporto per il rientro del prodotto. A proposito, se ti interessa, qui trovi un articolo sulla policy di reso;
- Ritiro o riconsegna: il cliente spedisce l’articolo o lo riporta in negozio. In caso di eCommerce, spesso è il corriere a gestire il ritiro direttamente al domicilio;
- Ispezione e verifica: una volta rientrato, il prodotto viene controllato per stabilire il suo stato e la destinazione finale (rimborsato, riparato, sostituito o smaltito);
- Smistamento e gestione: il bene può essere reinserito a stock, avviato alla riparazione, ricondizionato per la rivendita o destinato al riciclo o allo smaltimento.
Ogni fase deve essere tracciabile, rapida e sostenibile. Ecco perché molte aziende integrano software gestionali avanzati, piattaforme di spedizione come spedire pro by alsendo o soluzioni automatizzate all’interno della propria supply chain.
Tipologie di reverse logistics
Ci sono diverse tipologie di reverse logistics, direttamente correlate alle motivazioni principali che spingono un cliente a fare un reso. Vediamole insieme.
Resi e gestione dei resi
È l’aspetto più noto e frequente della reverse logistics. Include il processo completo di restituzione dei prodotti da parte dei clienti finali, sia B2C che B2B.
I motivi, come abbiamo visto, possono essere molteplici: articoli difettosi, errati, non conformi o semplicemente indesiderati. Una gestione efficiente dei resi deve essere veloce, tracciabile e trasparente, perché impatta direttamente sull’esperienza del cliente e sulla fidelizzazione.
Remanufacturing e refurbishment
Questa tipologia riguarda la riparazione, rigenerazione o reimmissione sul mercato dei prodotti restituiti. Si parla di refurbishment quando l’articolo viene ricondizionato e venduto come “usato garantito”, mentre il remanufacturing prevede una revisione più profonda, simile a una nuova produzione.
Gestione degli imballaggi
Anche se non se ne parla spesso, la reverse logistics include anche il recupero di materiali di imballaggio riutilizzabili, come pallet in plastica, contenitori rigidi, casse pieghevoli e imballi industriali. In un’ottica di economia circolare, questa pratica consente di ridurre gli sprechi, tagliare i costi e rendere la supply chain più sostenibile.
Prodotti invenduti o invendibili
Accade spesso che i retailer restituiscano alla casa madre gli articoli non venduti, scartati o obsoleti. I motivi possono essere diversi: rotazioni lente, errore nell’approvvigionamento, cambio di stagione, ritiro dal mercato o rifiuto del destinatario. In questi casi, il reverse flow gestisce il rientro e, quando possibile, il riutilizzo o ricollocamento della merce.
End-of-life (fine vita del prodotto)
Quando un prodotto non è più utilizzabile o ha esaurito la sua funzione, entra nella categoria EOL (End of Life). È una fase delicata, perché comporta la gestione responsabile del rifiuto, con attenzione al riciclo o allo smaltimento secondo le normative ambientali.
Fallimenti di consegna
Anche un semplice errore di spedizione può attivare la reverse logistics. Quando una consegna fallisce (cliente assente, indirizzo errato, pacco danneggiato), la merce deve ritornare al mittente o essere riprocessata in magazzino.
Come implementare la reverse logistics nella tua azienda
Ad oggi, anche le PMI e gli eCommerce emergenti possono trarre vantaggio dalla logistica inversa, se applicano un modello scalabile e adatto alle proprie risorse.
Se vuoi iniziare ad applicare questi strumenti nella tua azienda, ecco da dove cominciare:
- Analizza i flussi di ritorno attuali: inizia esaminando come vengono gestiti oggi i resi, i ritiri e le non conformità. Mappa ogni passaggio: chi se ne occupa, quanto tempo richiede, quanto costa, dove si blocca. Partendo da questa analisi, potrai capire dove intervenire e con quali priorità;
- Definisci policy di reso chiare e coerenti: le return policies sono la base della logistica di ritorno. Devono essere visibili sul sito, comprensibili e allineate con il customer care. Assicurati che siano trasparenti su tempi, modalità di restituzione, chi paga la spedizione, se è prevista sostituzione o rimborso;
- Organizza i magazzini per la gestione del reverse flow: spesso, uno dei problemi più comuni è la mancanza di spazi o processi per gestire i resi in magazzino. Prevedi una zona dedicata alla ricezione e valutazione dei prodotti di ritorno, con una procedura ben definita per lo smistamento: ricondizionare, rivendere, smaltire;
- Automatizza con software per la gestione dei resi: esistono soluzioni software che ti permettono di gestire in modo centralizzato le richieste di reso, generare etichette, seguire la tracciabilità e aggiornare automaticamente stock e documenti. Ad esempio, molti eCommerce integrano piattaforme di Return Management System (RMS) o sfruttano plugin per i CMS più diffusi;
- Collabora con un partner logistico efficiente: la scelta del corriere giusto fa la differenza. Con spedire pro by alsendo puoi gestire anche la logistica inversa in modo semplice, digitale e conveniente. Puoi pianificare ritiri da clienti, stampare etichette in pochi clic, tracciare ogni movimento e ridurre i costi di gestione con un’unica dashboard.
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