Brexit: cosa cambia per le spedizioni da e per il Regno Unito?

Dal 1° gennaio 2021 il Regno Unito è ufficialmente uscito dall’Unione Europea. Se all’inizio sembrava solo una notizia politica, per chi deve spedire o ricevere pacchi dall’Inghilterra, la Brexit ha portato conseguenze molto concrete: moduli nuovi, tempi più lunghi, controlli doganali e costi aggiuntivi.
La spedizione tra Italia e Regno Unito è diventata, a tutti gli effetti, una spedizione internazionale extra-UE: questo significa che devi rispettare una nuova serie di regole.
Ecco cosa è cambiato per le spedizioni da e per il Regno Unito, quali documenti servono, quanto potresti pagare di tasse o dazi e come evitare problemi per le spedizioni da UK a Italia per la dogana, senza stress né brutte sorprese.
Spedire nel Regno Unito dopo la Brexit: le cose da sapere
Da quando il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea, spedire un pacco in Inghilterra è diventato un po’ più complicato. Prima del 2021, bastava preparare il pacco, attaccare l’etichetta e spedirlo come se fosse diretto in un’altra città europea. Oggi invece, il Regno Unito viene trattato come qualsiasi altro Paese extra-UE.
Le spedizioni non sono più considerate “intra-comunitarie” e quindi, anche per inviare un semplice regalo, ora devi dichiarare il contenuto, indicarne il valore, compilare un modulo CN22 o CN23 e spesso allegare una fattura o una ricevuta.
Per chi riceve, le cose non sono più automatiche: potrebbero esserci dazi da pagare, IVA e costi di sdoganamento, anche su beni di valore relativamente basso.
Nello specifico, ecco cosa è cambiato:
- Serve una dichiarazione doganale per ogni spedizione (anche tra privati);
- Bisogna indicare il valore reale del contenuto;
- Possono essere applicati dazi doganali o IVA in base alla natura e al valore della merce
- Alcuni articoli (alimentari, cosmetici, liquidi) sono soggetti a limitazioni o divieti;
- I tempi di consegna possono allungarsi per via dei controlli.
Tutto questo vale sia per spedizioni in entrata sia in uscita.
I primi passi da fare per poter spedire in UK
Spedire un pacco in Inghilterra dopo Brexit non è più come prima. Se hai un’attività e vuoi continuare a spedire o vendere nel Regno Unito, ci sono alcuni passaggi fondamentali che devi conoscere.
Ecco quindi un elenco dei primi step da compiere:
- Richiedi il numero EORI (Economic Operator Registration and Identification Number): è obbligatorio per tutte le attività che importano o esportano merci fuori dall’UE. Si può ottenere online tramite il sito dell’Agenzia delle Dogane italiana. Senza questo codice, non puoi procedere con nessuna spedizione internazionale ufficiale;
- Valuta se ottenere il numero AEO (Authorized Economic Operator): non è obbligatorio, ma ti consente di semplificare e velocizzare tutte le pratiche doganali. È una sorta di “corsia preferenziale” per chi spedisce spesso e in modo conforme. Può fare la differenza nei tempi di consegna;
- Ottieni il numero HMRC (partita IVA UK): se vendi tramite eCommerce a clienti in UK, devi registrarti presso l’HMRC (Her Majesty's Revenue and Customs) e ottenere una VAT inglese. È una novità imposta dal Regno Unito per facilitare il pagamento delle imposte interne sulle vendite online;
- Studia e applica i codici HS (Harmonized System): si tratta dei codici doganali internazionali che identificano ogni tipo di merce. Sono indispensabili per determinare l’aliquota IVA e i dazi da applicare. Ogni prodotto ha il suo codice, e puoi trovarli facilmente nella sezione dedicata sul sito dell’Unione Europea.
Che documenti servono per spedire nel Regno Unito
Una delle novità più importanti dopo la Brexit riguarda la documentazione doganale.
I moduli da utilizzare sono gli stessi previsti per tutte le spedizioni extra-UE:
- CN22: da usare se il valore del pacco è fino a 300 euro;
- CN23: obbligatorio se il pacco vale più di 300 euro o richiede documentazione aggiuntiva
In entrambi i casi, devi dichiarare esattamente cosa stai spedendo, il valore commerciale, il tipo di contenuto (vendita, regalo, campione) e indicare chiaramente mittente e destinatario.
Questi moduli servono per aiutare la dogana a valutare eventuali tasse o dazi da applicare. Se non li compili correttamente, il pacco rischia di restare bloccato o addirittura di essere rimandato indietro.
Se spedisci come venditore o per motivi commerciali, insieme al CN23 devi allegare una fattura. In alcuni casi è sufficiente una fattura proforma: un documento che indica il valore dichiarato della merce e il motivo della spedizione (ad esempio, “regalo”, “campione gratuito”).
Per le spedizioni tra privati non è sempre richiesta la fattura, ma devi comunque indicare il valore e la descrizione della merce.
I dazi per le spedizioni dal Regno Unito all’Italia
Ricevere un pacco dall’Inghilterra oggi non è più come prima. Dopo la Brexit, ogni spedizione proveniente dal Regno Unito viene trattata come una spedizione extra-UE, con tutte le regole doganali che ne conseguono. Se stai aspettando un pacco o se sei tu a inviarlo dall’UK verso l’Italia, è importante sapere cosa aspettarsi in termini di tasse, IVA e possibili blocchi doganali.
Iniziamo col dire che tutti i pacchi in arrivo dal Regno Unito passano dalla dogana italiana. A seconda del valore dichiarato e del tipo di prodotto, potresti dover pagare:
- IVA all’importazione (22% standard);
- Dazi doganali, se il valore della merce supera la soglia minima o se appartiene a categorie specifiche (come abbigliamento, elettronica, profumi, alimenti).
Attenzione anche agli aggiornamenti: tra il 2024 e il 2025 ci sono state modifiche alle soglie di esenzione, quindi se hai spedito senza pagare dazi in passato, ora potrebbe non essere più così.
Oltre ai costi, c’è anche la questione dei tempi. I pacchi provenienti dall’UK possono richiedere qualche giorno in più per lo sdoganamento, soprattutto se:
- Manca un documento o la dichiarazione è incompleta;
- Il valore dichiarato è poco chiaro;
- Il contenuto rientra in categorie soggette a controllo
In media, un pacco dall’Inghilterra può impiegare da 5 a 10 giorni lavorativi per essere consegnato, ma se ci sono problemi con la dogana i tempi si allungano.
Quanto costa spedire in Inghilterra oggi?
Una delle domande più frequenti post-Brexit è proprio questa: “Ma quanto costa spedire un pacco in Inghilterra adesso?” La risposta, purtroppo, non è unica. Il prezzo dipende da diversi fattori: peso, dimensioni, tipo di servizio, tempi di consegna, documenti doganali e persino il tipo di merce.
Possiamo dire in generale che il costo di una spedizione dall’Italia al Regno Unito (o viceversa) può variare da circa 15 a 50 euro per pacchi leggeri (fino a 2-3 kg), ma può salire parecchio per colli più voluminosi o spedizioni urgenti.
In linea di massima:
- Spedizioni economiche (poste standard o servizi postali): da 15 a 25 euro;
- Corrieri espressi con tracciamento (DHL, UPS, FedEx, GLS): da 25 a 45 euro;
- Spedizioni con assicurazione e tempi rapidi: oltre 50 euro
In più, potrebbero esserci costi extra per IVA, dazi o commissioni doganali, che vanno valutati caso per caso.
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Corrieri per spedire in Regno Unito
Parlando dei corrieri, puoi spedire in UK usando:
- Spedizione in Inghilterra con Poste Italiane, che offre servizi internazionali economici ma con tempi un po’ più lunghi;
- Corrieri privati (DHL, UPS, FedEx, TNT), ideali se hai bisogno di velocità e tracciabilità precisa.
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Come gestire le spedizioni UK-Italia dopo la Brexit
Spedire o ricevere un pacco dal Regno Unito oggi è diventata una questione di organizzazione. La Brexit ha portato nuove regole, più burocrazia e qualche costo in più, ma non significa che tutto sia diventato impossibile o complicato.
La soluzione è farsi trovare pronti: conoscere i moduli da compilare, dichiarare bene cosa contiene il pacco, capire quando scattano dazi o IVA, e scegliere con cura il servizio di spedizione più adatto alle proprie esigenze.
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